Fischia il vento

 
 Fischia il vento
 
Fischia il vento e infuria la bufera
scarpe rotte e pur bisogna andar
a conquistare la rossa primavera
dove sorge il Sol dell'avvenir

Ogni contrada è patria del ribelle
ogni donna a lui dona un sospir
nella notte lo guidano le stelle
forte il cuor e il braccio nel colpir

Se ci coglie la crudele morte
dura vendetta sarà del partigian
ormai sicura è la dura sorte
del fascista vile e traditor

Cessa il vento e calma è la bufera
torna a casa il fiero partigian
sventolando la rossa sua bandiera
vittoriosi, e alfin liberi siam!
 
Fischia il vento è una celebre canzone popolare, il cui testo fu scritto nel settembre 1943, ovvero nei primi giorni della Resistenza, dal giovane medico ligure Felice Cascione (2 maggio 1918 - 27 gennaio 1944) per incitare il movimento partigiano.
La melodia è quella della canzone russa Katyusha.
La canzone fu composta nel dicembre 1943 tra l'alta valle di Andora - Stellanello in località Passu du Beu alle spalle del Pizzo d'Evigno e successivamente sopra Curenna, nel Casone dei Crovi, nell'alta Valle di Albenga, dove era accampata la banda partigiana di Felice Cascione.
Non esistevano ancora canzoni partigiane e si cantavano vecchi canti socialisti e comunisti: L'Internazionale, La guardia rossa, Bandiera rossa o la canzone di origine anarchica Addio a Lugano, trasformata in Addio Imperia Bella, Vieni o maggio (o Canzone del maggio), sull'aria del Nabucco.
 
 

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