Campo di Coreglia Ligure

Durante la seconda guerra mondiale era stato costruito a Coreglia Ligure un Campo Prigionieri di Guerra nel quale passarono più di 15.000 soldati alleati catturati sul fronte africano. Il campo consisteva in una serie di baracche di legno; l'unico edificio in muratura era l'infermeria, ricavata in un casolare preesistente. Dopo l'8 settembre 1943, la struttura fu occupata dall'esercito tedesco; i 3195 prigionieri allora presenti furono trasferiti verso Chiavari e destinati ad altri campi.
Quando alla fine del novembre 1943, il governo della Repubblica Sociale Italiana promosse l'istituzione di una rete di campi di concentramento provinciali destinati a raccogliere gli ebrei catturati nei rastrellamenti, fu decisa la riutilizzazione a questo scopo del vecchio campo di prigionia.
 
Il campo nel suo nuovo uso diventò ufficialmente operativo ai primi di dicembre 1943. La gestione era affidata a personale di polizia italiano sotto la responsabilità del Ministero degli Interni della Repubblica Sociale Italiana.
 
In zona, oltre agli ebrei italiani rifugiatisi nella RIviera, erano presenti numerosi profughi ebrei che dalla Francia si erano trasferiti in Italia dopo l'8 settembre 1943 nella speranza di ricongiungersi alle truppe alleate. Si spiega così la scelta di un luogo di detenzione così grande. La maggior parte dei ricercati tuttavia fu capace di sottrarsi all'arresto, spesso con l'aiuto attivo della popolazione locale. Dal campo passarono 29 ebrei; furono tutti deportati dapprima a piccoli gruppi attraverso il carcere di Marassi e San Vittore. L'ultimo gruppo di 20 ebrei fu prelevato il 21 gennaio 1944 dal maresciallo delle SSMax Ablinger e inviato a Auschwitz con il trasporto che il 30 gennaio 1944 partì dal binario 21 della stazione centrale di Milano. Non risultano sopravvissuti.

Tags: Concentramento, transito, detenzione

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