Campo di concentramento di Vo' Vecchio
La seicentesca Villa Contarini-Venier a Vo' Vecchio, che serviva come casa estiva delle Suore Elisabettiane, fu individuata nel dicembre 1943 come luogo di concentramento degli ebrei delle province di Padova e Rovigo. I quattro piani della Villa garantivano ampi spazi per l'alloggiamento degli internati, con punte che raggiunsero anche le 60-70 unità. La direzione del campo era affidata a personale di polizia italiano; le suore si occupavano della gestione della cucina.
Il campo fu smantellato il 17 luglio 1944. Quel giorno un'unità tedesca prelevò i 47 ebrei allora presenti nel campo e li condusse dapprima a Padova: gli uomini nel carcere di piazza Castello, le donne nel carcere dei Paolotti in via Belzoni. Il 19 luglio i prigionieri furono deportati alla Risiera di San Sabba e di lì avviati il 31 luglio ad Auschwitz dove giunsero il 3 agosto.
Solo tre donne sopravvissero allo sterminio: Bruna Namais, Ester Hammer Sabbadini e la figlia Sylvia Sabbadini.
Una dettagliata memoria scritta sulle vicende del campo, dalla sua istituzione al suo smantellamento, fu redatta dall'allora parroco, don Giuseppe Raisa, ed è conservata presso l'Archivio parrocchiale di Vo' Vecchio.
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