Decisero di non cedere le armi.
Preferironocombattere e morire per la Patria.
Tennero fede al giuramento.
(...) La loro scelta consapevole fu il primo atto della Resistenza di un’Italia libera dal fascismo.
(...) Decideste così, consapevolmente il vostro destino. Dimostraste che la Patria non era morta, anzi con la vostra decisione ne riaffermaste l’esistenza. Su queste fondamenta risorse l’Italia.
(...) Ai giovani di oggi, educati nello spirito di libertà e di concordia fra le nazioni europee, eventi come quelli che commemoriamo sembrano appartenere a un passato remoto, difficilmente comprensibile. Possa rimanere vivo, nel loro animo, il ricordo dei loro padri che diedero la vita perché rinascesse l'Italia, perché nascesse un'Europa di libertà e di pace. Ai giovani italiani, ai giovani greci e di tutte le nazioni sorelle dell'Unione Europea, dico: non dimenticate.
Carlo Azeglio Ciampi, Cefalonia, 1 Marzo 2001
La 33a Divisione Acqui è stata una delle Grandi Unità del Regio Esercito nella seconda guerra mondiale, dissolta dalle forze armate tedesche durante l'eccidio di Cefalonia.
Costituita come Brigata Acqui il 25 ottobre 1831, sciolta e ricostituita più volte, si ricostituisce nell'agosto 1939 come Divisione di Fanteria Acqui (33ª). Era articolata nel 1943 su due Reggimenti di Fanteria (17° e 317°) e sul 33° Reggimento art. stanziati a Cefalonia e sul 18° Rgt di fanteria e parte del 33° Rgt art. dislocati a Corfù. Nel 1940 fu inserita nell'organico la 18a Legione d'assalto Camicie Nere cui fece seguito nel 1941 anche il 317° Reggimento Fanteria.
Dislocata prima in Piemonte poi in Albania, viene trasferita con compiti di presidio nelle Isole Ionie, ripartita tra Corfù, presidiata dal 18° Reggimento comandato dal colonnello Lusignani, e Cefalonia, in cui era acquartierato il resto.
Dopo l'armistizio di Cassibile Le truppe italiane sono Nemiche.
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